Mentre in Parlamento si discute la possibilità, a partire dal 2018, di non permettere la revisione dei veicoli a chi non paga il bollo, in questi giorni sta per essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale la direttiva 2014/45 riguardante i controlli tecnici periodici dei veicoli. Pensate che il decreto del ministero delle Infrastrutture a firma di Graziano Delrio vada a sconvolgere il normale mondo delle revisioni? Beh, in realtà, dalla parte degli automobilisti, i cambiamenti sono minimi.

Resta la formula 4+2, con due postille

Per prima cosa, la frequenza degli appuntamenti con la revisione resta del tutto invariata, con la conferma della formula 4+2: il primo controllo del veicolo va dunque eseguito dopo quattro anni dall’effettivo mese di immatricolazione, mentre le revisioni successive avranno cadenza biennale, sempre nel mese della revisione precedente. Insomma, fino a qui non cambia nulla. Nel decreto sono però state inserite due piccole novità. Da una parte infatti – salvo sorprese dell’ultimo minuto – la nuova norma prevede l’obbligo di revisione in seguito ad un incidente stradale, laddove ad oggi questo obbligo resta a discrezione della polizia che, in caso di sinistro con danni concreti ad un veicolo, può indirizzare il proprietario al centro revisioni. Un’altra modifica è poi quella che prevede la prima revisione prima del consueto termine dei 4 anni dall’immatricolazione nel caso in cui il veicolo abbia raggiunto prima del tempo il tetto dei 160mila chilometri, con decorrenza sempre biennale per i successivi controlli.

Invariate le tariffe

E se poco è cambiato sulle scadenze degli appuntamenti con i centri di revisione, nulla è mutato sul piano delle tariffe: resteranno quindi i 66,88 euro nel caso di una revisione effettuata in un centro privati convenzionato e i 45 euro per le operazioni effettuate presso la sedi delle Motorizzazione Civile.

Un nuovo documento oltre all’adesivo: il Certificato di revisione

I proprietari dei veicoli italiani si accorgeranno dunque dell’entrata in vigore della nuova norma soprattutto grazie ad un nuovo documento che sarà rilasciato al momento della revisione, insieme al classico adesivo da applicare sulla carta di circolazione. Si tratta del Certificato di revisione, ovvero di un verbale riportante i principali risultati del controllo tecnico. Su tale documento, oltre ai dati identificativi del veicolo, saranno riportati anche i risultati dei test, come per esempio l’efficienza degli impianti frenanti, tutte informazioni che in ogni caso gli operatori già oggi trasmettono abitualmente al sistema informatico del Ministero delle Infrastrutture. Un’altra novità vera e propria, che però non tocca tanto gli automobilisti quanto invece gli addetti al lavoro, è l’istituzione della figura del responsabile tecnico delle revisione, una sorta di controllore dell’operato. Diversamente da come ipotizzato da alcuni, questo ruolo potrà essere ricoperto anche da un dipendente del Centro Revisione. In nessun caso, invece, potrà essere il titolare del Centro.