Con la digitalizzazione tutto si è spostato in rete: il divertimento, la comunicazione, la finanza, il relax, il lavoro… e sì, anche gli atti di guerriglia e i ricatti. In maggio i dispositivi informatici connessi alla rete di ben 150 Paesi sono stati presi di mira da un Ransomware, ovvero da un software maligno. L’attacco mondiale senza precedenti del virus WannaCry, smorzato da un intervento eroico quanto casuale da parte di un ricercatore ventiduenne, non può sicuramente essere visto come un fenomeno positivo, ma almeno ha alzato il livello di consapevolezza intorno all’effettiva pericolosità dei Ransomware, ovvero di quei virus che vanno a colpire e bloccare i nostri dispositivi elettronici.

 

2017, l’anno dei Ransomware

Il funzionamento del Ransomware, dal punto di vista della vittima, è piuttosto semplice. Un dispositivo viene bloccato e, una volta esplicitato il virus, i cybercriminali richiedono un riscatto, che può essere di alcune centinaia di dollari oppure di cifre anche molto superiori. I Ransomware sono un’arma potentissima, e proprio la loro malefica efficacia sta determinando una diffusione spaventosa. Stando alle cifre di un rapporto di Kaspersky Lab, durante i primi mesi dell’anno 2017 il numero di Ransomware sviluppati su misura per colpire dei dispositivi mobili è aumentato di tre volte e mezzo. Tra l’inizio di gennaio e la fine di marzo, gli attacchi di questo tipo contro tablet e smartphone sono stati 218.625, un numero esorbitante se raffrontato al numero già alto relativo al trimestre precedente, che si fermava a 61.832.

 

La minaccia cresce anche sui dispositivi mobili

Sventare un singolo attacco non vuol dire mettersi in salvo, anzi. Mese dopo mese il livello della minaccia aumenta, insieme al proliferare delle famiglie e delle varianti di virus. Come ha spiegato Morten Lehn, manager di Kaspersky Lab, «è importante tenere a mente che gli hacker possono, e lo faranno sempre di più, cercare di bloccare l’accesso ai dati non solo sui PC ma anche sui dispositivi mobili». Sempre secondo il rapporto, il Paese che conta più vittime da parte dei ransomware mobili è quello statunitense, ma la minaccia è mondiale. Il worm WannaCry per esempio ha infettato anche i sistemi dell’Università degli Studi di Milano, di Deutsche Bahn, di Renault e persino del Ministero dell’Interno Russo.