Il successo e la diffusione dei social media ha comportato e sta comportando la nascita di nuovi rischi per la privacy e per la protezione dei dati personali. Le persone, e quindi gli utenti in rete, hanno infatti diritto alla protezione dei dati, che obbliga dunque alla correttezza del trattamento dei dati e alla possibilità di intervento da parte dell’interessato. Da questo ne consegue che, da una parte, chi utilizza i dati personali di terzi è tenuto ad illustrare le finalità e le modalità del trattamento dei dati, e che, dall’altra parte, l’utente deve poter revocare il proprio consenso in ogni momento.

Il diritto all’oblio

Rispettare e garantire la privacy e il rispetto dei dati personali, prima dell’avvento dei social media, era ovviamente più semplice, e per questo è stata necessaria una riformulazione della normativa europea in materia di privacy, così da non correre il rischio di ostacolare la libera circolazione di informazioni, senza però intaccare la tutela dei dati personali. Da alcuni anni, per esempio, si è iniziato a parlare del diritto all’oblio, ovvero del diritto degli utenti di essere dimenticati in relazione a dati non necessari o non pertinenti. Il tipico esempio è quello di un adolescente che posta dei dati personali su dei social network per poi, qualche anno dopo, pentirsene e volerli cancellare. Ebbene, i diritto all’oblio garantisce loro la possibilità di veder cancellati quei dati, laddove non vengano rispettati presupposti quali la contestualizzazione, l’aggiornamento dei dati e l’interesse reale nel mantenere in archivio tali dati. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha recentemente stabilito che tutti i cittadini possono richiedere ai motori di ricerca di rimuovere eventuali risultati da ricerche che includano il loro nome proprio, nel caso in cui le pagine uscenti siano «inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati». Dopo questa decisione, Google ha predisposto un’apposita pagina per richiedere la rimozione di questi risultati.

Le criticità per la privacy sui social network

Il problema della privacy sui social network è lampante con il loro esempio più famoso, ovvero Facebook. Gli aspetti critici, in questo senso, sono diversi. Al momento dell’iscrizione, senza il consenso dell’utente, il nome di questo viene indicizzato sui motori di ricerca; la cancellazione dell’account non è immediata né semplice; i dati personali, in ogni caso, non vengono cancellati automaticamente, ma vengono archiviati per un lasso di tempo non specificato.

Alcuni consigli per navigare in sicurezza

Il problema è che molto spesso il Codice della privacy viene scavalcato da un continuo passaggio di dati personali da un soggetto all’altro, in quello che è a tutti gli effetti un commercio illegale di dati online, le cui dimensioni non permettono per ora un reale intervento. Questo mette in ulteriore pericolo la sicurezza degli utenti in rete, già minacciati da hacker e da altri utenti con intenti criminosi. Per questo, oltre ad una buona dose di buon senso, è necessario prendere delle precauzioni, come per esempio;

  • la scelta di password sicure e complesse, da non comunicare a nessuno e da cambiare frequentemente
  • l’installazione e la corretta configurazione di strumenti essenziali come firewall, antivirus e antispyware
  • cancellare periodicamente i cookie
  • non scaricare ed aprire allegati di email inoltrate da utenti sconosciuti