Ai proprietari delle automobili più potenti la faccenda del superbollo, ovvero dell’aumento della tassa di proprietà, non va proprio giù. Attualmente esiste infatti questa speciale sovrattassa che entra in gioco qualora una vettura superi i 185 Kilowatt, ovvero i 251,5 cavalli. Da lì in su, ogni singolo kilowatt si traduce in un aumento di 20 euro del bollo auto. Insomma, non proprio una cosetta da niente. Certo, esiste pur sempre un’attenuante, in quanto la stessa norma che ha introdotto il superbollo prevede anche la sua riduzione graduale: da 20 euro per Kilowatt nei primi 5 anni si passa poi a 12, per passare poi al decimo anno di età ai 6 euro, a 3 euro al 15° fino all‘azzeramento totale dell’importo allo scadere del primi vent’anni dall’immatricolazione del veicolo.

Le proteste dell’ACI

Ma il superbollo, come detto, non piace né ai proprietari delle automobili, né all’ACI, che si è fatto avanti attraverso le parole del presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani: «È necessario eliminare il superbollo,perché non deve essere penalizzato un comparto su cui l’Italia ha delle eccellenze come Ferrari, Maserati e Lamborghini» afferma il presidente, aggiungendo che tra la l’altro «questa misura non ha portato i risultati attesi dal Governo, ma anzi ha avuto un gettito inferiore alle attese». In effetti Sticchi Damiani sembra avere ragione, in quanto lo Stato avrebbe incassato due terzi in meno rispetto alle cifre previste. Se infatti le casse statali dovevano rimpinzarsi di almeno 168 milioni di euro grazie a questa tassa, le entrate reali si sono fermate intorno ai 60 milioni. E secondo l’ACI, questo ammanco sarebbe da ricondurre al fatto che gli italiani, spaventati dal superbollo, hanno iniziato a tenersi lontani dalle macchine più potenti. I grandi brand automobilistici sportivi italiani non ne hanno sentito tutte le conseguenze solamente grazie all’aumento dell’esportazione.

Eliminare il bollo per le automobili ultraventennali

Del resto Sticchi Damiani non se la prende solo con il superbollo, ma anche con la re-introduzione del bollo per le vetture ultraventennali, che dal 2014 disturba non poco il comparto delle auto storiche. «Bisogna riordinare il bollo per le vetture ultraventennali veramente storiche che ogni anno aumentano di circa mille unità» ha spiegato il presidente dell’ACI. Anche in Parlamento del resto si parla di bollo, ma non nel senso auspicato da Sticchi Damiani: in Senato si sta infatti studiando il bollo ambientale, ovvero una tassa di proprietà più pesante per i veicoli più inquinanti e più leggera per le automobili recenti e con meno emissioni. Del resto questa misura sarebbe un toccasana per rinnovare il parco auto italiano, fisiologicamente tra i più vecchi del continente.

Contro l’evasione

In Senato non tutti la pensano come Sticchi Damiani, dunque, ma ci sono anche altre opinioni. Tosi, per esempio, propone l’abolizione totale della tassa, sostituendola con un’accisa sui carburanti. In questo modo, spiega il politico, l’evasione – con i suoi 500 milioni di euro mancati nelle casse statali – diventerebbe un problema del passato. Del resto i piloti italiani non evadono solo il bollo auto: sulle nostre strade, infatti, circolano quasi tre milioni di automobili senza una copertura assicurativa.