Terremoti, alluvioni, eventi meteorologici particolarmente avversi: anche quest’anno la nostra Penisola ha avuto drammaticamente a che fare con delle catastrofi naturali che hanno avuto enormi costi sia in termini di vite umane che in termini economici. Di certo l’Italia non è nuova ad eventi di questo tipo, eppure, secondo un’indagine condotta da Peril su commissione dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (ANIA), gli italiani assicurati contro il rischio di catastrofi naturali sono ancora pochissimi.

 

Solo il 5% delle coperture casa contemplano la polizza contro le catastrofi naturali

Eppure i soli terremoti, dal 2000 ad oggi, hanno causato in Italia più di 700 vittime, con danni strutturali praticamente incalcolabili: si pensi L’Aquila, o ad Accumuli, ma anche alle recenti alluvioni in Toscana, in Sardegna e nella provincia di Messina, nel 2009. Insomma, di motivi per sottoscrivere una specifica assicurazione per la propria casa, soprattutto in certe zone dello stivale, ce ne sono senz’altro. Eppure solo il 5% delle coperture casa conta questa estensione contro le catastrofi naturali, come se queste non fossero un’effettiva e presente minaccia per il nostro territorio.

 

Una crescita ancora troppo contenuta

Di fronte ad una tale scarsa ‘adesione’ sono ovviamente doverose, da parte delle assicurazioni, delle indagini per comprendere un fenomeno a prima vista così poco sensato. Di certo rispetto agli anni passati qualcosa si è mosso, complici magari proprio le immagini drammatiche de L’Aquila: se nel 2009 si potevano contare solamente 35mila casa assicurate contro i rischi naturali, ad oggi questo numero è più che decuplicato, raggiungendo oltre 400 mila unità familiari coperte contro alluvioni e terremoti.

Il problema è che le enormi spese collegate ai danni conseguenti alle catastrofi naturali sono ovviamente affibbiate alle casse pubbliche, le quali alla lunga – come abbiamo visto – finiscono per non riuscire a reagire in modo ottimale contro questi eventi.

 

L’ipotesi dell’obbligatorietà

I numeri sono dunque in crescita, ma la soglia complessiva è in ogni modo ancora troppo scarsa, soprattutto se raffrontata alla reale minaccia delle catastrofi naturali. Il dramma tuttora presente delle zone disastrate e ancora oggi inagibili dopo degli eventi catastrofici sta inoltre spingendo le amministrazioni e gli operatori del settore ad ipotizzare l’eventualità di rendere obbligatorio questo tipo di assicurazione. In altri Paesi un provvedimento simile è già del resto attivo: in un certo senso, si potrebbe vedere questa copertura come una naturale estensione della copertura contro gli incendi.